Il nuovo sistema operativo di Microsoft, recitano i comunicati diffusi dalla società di Redmond, è sta to scritto e sviluppato sulla base dei riscontri forniti da otto milioni di beta tester in tutto il mondo. Il count down per il lancio contemporaneo sul mercato di Windows 7 e di Windows Server 2008 R2 è iniziato e sono già diverse le aziende che da qualche settimana stanno scoprendo se la promessa – per quanto riguarda la piattaforma client - di un "major upgrade" così come l'hanno definita il Ceo Steve Ballmer e molti executive è reale e fondata. Il dubbio di potersi trovare di fronte a un nuovo percorso a ostacoli come è stato in vari casi l'adozione di Vista deve essere nato nella testa di qualche Cio e responsabile It (oltre che in quella di migliaia e migliaia di utenti che hanno preferito tenersi Xp) e quindi è importante per tutto il cosiddetto ecosistema Microsoft che le prime prove sul campo del software siano in sintonia con le aspettative di una soluzione che si annuncia "sicura, facilmente amministrabile e in grado di ridurre i costi di gestione".
Per quanto riguarda le imprese italiane, i primi riscontri sul campo parlano (ed era scontato che così fosse) a favore delle maggiori funzionalità di Seven rispetto al suo "sfortunato" predecessore, confermando in particolare la valenza del nuovo Windows quale ambiente operativo capace di assicurare maggiore efficienza e produttività e di garantire "più agilità e reattività rispetto ai suoi predecessori" nelle operazioni di avvio, spegnimento e ripresa dalla sospensione.
I vantaggi? "Migliore gestione dei dati, risparmio energetico, riduzione dei costi"
Le prime verifiche in chiave aziendale sono in realtà legate ad altri attributi di Seven e nella fattispecie a strumenti abilitanti ambienti di virtualizzazione quali DirectAccess per l'accesso protetto e da remoto alla rete aziendale degli utenti mobili, BranchCache per il trasferimento di file fra sedi diverse e Windows Xp Mode, per avviare da pc con a bordo Windows 7 in versione business (Professional, Enterprise ed Ultimate) applicazioni compatibili con la vecchia piattaforma operativa. Fra i clienti che stanno già utilizzando Windows 7 c'è per esempio Brembo, una delle realtà italiane che ha intrapreso il percorso di migrazione al nuovo sistema. Paolo Provetti, Cio della società bergamasca, ha enfatizzato per esempio come "con Windows 7 abbiamo aumentato il processo di automazione dei processi e ridotto i costi di gestione operativa dell'It, che in Brembo gestiamo a livello centralizzato. Andremo in produzione con gli utenti finali di vari dipartimenti da questa settimana e progressivamente sostituiremo man mano tutto il parco installato dei pc a noleggio. I plus di Seven? Migliorie semplici come il poter sfruttare un'interfaccia utente multilingua e strumenti che abbattono le difficoltà di trasferimento delle informazioni con le altre sedi all'estero o più articolati legati all'integrazione con altri prodotti Microsoft o al sistema di crittografia a tutela dei dati riservati archiviati nei computer e nei dispositivi removibili". Per Gianluca Fusco invece, Ceo di Edipower, i benefici già misurati a valle dell'adozione di Seven si sono concretizzati soprattutto nella possibilità di "introdurre policy di gestione centralizzate che ottimizzano la distribuzione di potenza da distribuire ai vari client e quindi impattano in modo significativo sui consumi di energia". Da uno dei partner storici di Microsoft in Italia, e cioè Brainforce, è arrivato infine per bocca del managing director Stefania Donnabella un messaggio molto importante per le medie aziende alle prese con le difficoltà imposte dalla recessione economica: "il processo di adozione di Windows 7 si è svolto al nostro interno senza alcuna necessità di aggiornare l'hardware esistente e questo è un ulteriore stimolo a riconsiderare l'opportunità per dare luogo a nuovi investimenti in tecnologie dopo una fase forzata di freno alla spesa It. Seven – ha chiosato la manager - permette di garantire livelli di servizio superiori a costi inferiori rispetto al passato". Promesse naturalmente cui devono seguire fatti concreti ma quanto siano strategici i partner sul territorio nel "business model" di Microsoft è noto e risaputo
Per ogni euro di ricavo di Microsoft i partner ne producono oltre nove
Nel 2009 i partner italiani dell'ecosistema Microsoft produrranno più di nove miliardi di euro di fatturato e investiranno oltre tre miliardi di euro nello sviluppo, nel marketing, nel training e nelle vendite. Windows 7 sarà ovviamente una voce importante di queste attività e Microsoft ne è tanto più convinta dopo aver appreso le risultante dello studio condotto a quattro mani con Idc in 52 paesi (Italia compresa) per rilevare gli impatti dell'It sul sistema economico. Fra i tanti dati inerenti l'insieme delle società locali che distribusicono le soluzioni del gigante di Redmond o vendono prodotti legati al software di Microsoft (25mila quelle italiane, per un totale di 89mila addetti) spicca per esempio quello che stima in 9,52 euro il valore che ogni partner andrà a generare nel 2009 per ogni euro prodotto dalla multinazionale nordamericana. La speranza, di Microsoft ovviamente in primis, è che a valle del rilascio dei nuovi prodotti Windows e di Window 7 in particolare l'incidenza del software sul totale degli investimenti in It effettuati in Italia, oggi intorno al 17%, possa salire sensibilmente.
